Ricontiamo il numero dei re e comprendiamo la profezia



A MOTIVO DEL RECENTE INTENDIMENTO RELATIVO AL "PICCOLO CORNO" QUESTO ARTICOLO E ALTRI SUBIRANNO, A BREVE, DELLE MODIFICHE

GLI ARTICOLI CHE TRATTANO QUESTO SOGGETTO (IL PICCOLO CORNO) E MODIFICANO IL VECCHIO INTENDIMENTO SONO I SEGUENTI

https://attenzioneallaprofezia.blogspot.com/2020/03/daniele-le-bestie-del-passato-nel-tempo.html

https://attenzioneallaprofezia.blogspot.com/2020/03/chi-sono-i-7-re.html

https://attenzioneallaprofezia.blogspot.com/2020/03/chi-si-rivelera-il-piccolo-corno.html


Quando abbiamo visitato una città per la prima volta, magari con l'intento di andare a trovare un amico che si era trasferito, abbiamo avuto bisogno che qualcuno ci desse delle indicazioni e che queste fossero accurate.
Diversamente avremmo rischiato di andare da tutt'altra parte, anche di perderci.
Sarà capitato ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita, di aver chiesto indicazioni stradali e di aver trovato la persona "sbagliata", ovvero quella persona che ci ha spediti da tutt'altra parte o che ha aumentato la nostra confusione.
In genere quando si danno delle indicazioni è necessario trovare dei punti di riferimento in comune, ovvero luoghi o monumenti che siano conosciuti da entrambi (colui che da le informazioni e colui che le riceve) o che siano immediatamente riconoscibili.
I punti di riferimento sono fondamentali e non dovrebbero essere opinabili.
Anche se la maggioranza di noi non potrebbe definirsi un fisico di professione, è altresì evidente che nel nostro modo di parlare abbiamo sempre riconosciuto implicitamente che tempo e spazio fossero intimamente connessi e li abbiamo sempre utilizzati nelle nostre indicazioni.
Questo ci è servito per orientarci e per comunicare in maniera efficiente.
Se dicessimo ad una persona "Ci vediamo in via del Molino" senza aggiungere altro, questa persona dovrebbe necessariamente chiederci "Quando?".
Viceversa se dicessimo "Ci vediamo alle 15 di oggi pomeriggio" il nostro interlocutore dovrebbe chiederci "Dove?".
Diversamente potremmo non incontrarci mai e questo perché l'informazione sarebbe incompleta.
Ma il problema, come già accennato, non riguarda soltanto le informazioni incomplete ma anche quelle opinabili.
Se dicessimo "Ci vediamo nel posto più importante della città!" il nostro amico probabilmente ci chiederebbe "Più importante dal punto di vista di chi?".
Oppure se dicessimo "Ci vediamo a nord" il nostro interlocutore dovrebbe chiederci "A nord di cosa?" e così via.
Quindi è evidente: affinché la nostra comunicazione sia efficace dobbiamo assicurarci entrambi di conoscere e condividere alcuni concetti fondamentali.
Per molti di noi questi concetti saranno assolutamente scontati e banali ma partendo da questo assunto proviamo ad applicare questa "banalità" nello studio della Bibbia.
Sicuramente le informazioni che Essa dà non sono incomplete (confronta Proverbi 2:1-6; Romani 15:4; 2 Timoteo 3:16, 17) anche se, come ben sappiamo, alcune di queste potranno essere comprese solo al tempo stabilito da Dio.
Non sono neppure opinabili se abbiamo compreso che l'unico "punto di vista" che conta davvero è quello dell'Iddio Onnipotente – Isaia 55:9; Giobbe 40:1-5
Almeno i veri cristiani non fanno dibattiti sull'attendibilità delle parole di Dio – Romani 3:3, 4
Il problema, semmai, è il nostro intendimento relativo alle Sue parole. Intendimento che, come abbiamo visto, può variare notevolmente se ci facciamo guidare dai nostri preconcetti, educazione religiosa, desideri personali o altre cose.
Gli ultimi articoli hanno rimesso Israele al centro dell'attenzione, non soltanto come nazione "geografica" ma anche per quanto concerne il ripristino della vera adorazione – (si vedano gli articoli intitolati "144.000 e oltre" e "Svelato un sacro segreto: il ripristino della vera adorazione").
Questo, come abbiamo già iniziato a vedere nell'articolo "Comprendere l'identità dell'esercito dei cieli"*, sta modificando in maniera sostanziale alcune nostre convinzioni.
Senza dover accettare per partito preso le tesi presentate in questo blog, dovremmo chiederci se la nostra difficoltà ad accettare certe spiegazioni è dovuta veramente a convinzioni scritturali o semplicemente al "fastidio" di doversi rimettere in discussione in maniera così pesante.
Il cristiano, quando scava, cerca di comprendere quello dice la Bibbia a prescindere da cosa "ne verrà fuori" ed è ben diverso da colui che "scava" nel tentativo di trovare ogni versetto, frase, virgola o accezione che possa in qualche modo confortare le proprie convinzioni o la propria organizzazione religiosa – Atti 17:11
Solo in questo modo dimostriamo di accettare il "punto di vista" di Dio.
Comunque sia il ripristino di Israele nel posto che le Scritture gli danno, ci permette di fare alcune considerazioni importanti in merito ai rispettivi re di nord e di sud descritti in Daniele.
Parlando di indicazioni nessuno farebbe fatica ad accettare che le rispettive definizioni dei re sono da attribuirsi al fatto che essi si trovassero rispettivamente a nord e a sud di Israele.
Siamo d'accordo su questo, non è vero?
Quindi il punto di riferimento che dovremmo conoscere tutti senza eccezioni, come nel caso di una chiara indicazione stradale non opinabile, è Israele.
La Parola di Dio non si è limitata a chiamare questi re "del nord o del sud" ma si è capito fin dall'inizio rispetto a chi o cosa fossero tali.
Fino ad un certo punto abbiamo seguito questa indicazione ma poi, per motivi assolutamente discutibili, abbiamo abbandonato il punto di riferimento.
Israele scompare dalla scena mondiale per 19 secoli ma nonostante questo noi abbiamo continuato a cercare e ad "individuare" questi re.
A nord o a sud di cosa si trovano, questi regni, se non c'è più il punto di riferimento?
La questione potrebbe sembrare un pochino più sottile infatti qualcuno potrebbe asserire che, anche se Israele non è più esistita come nazione politica, è rimasta sempre la zona geografica dove un tempo si ergeva Israele e questo è indiscutibilmente logico.
Questo però presuppone il fatto che Israele fungesse esclusivamente da indicazione geografica senza nessun'altra implicazione.
Tuttavia dovremmo chiederci se la descrizione dei re riportata in Daniele ha a che fare anche con le sorti di Israele più che essere una semplice indicazione geografica.
Ebbene, se lasciamo che sia soltanto la Bibbia a guidarci, vediamo chiaramente come queste definizioni riguardino le mire di questi re sul "paese Splendido".
Che questi re abbiano attaccato, conquistato direttamente Israele o si siano posti come "difensori", nessuno può negare che in tutto il libro biblico di Daniele è sempre il rapporto con la nazione ad identificarli.
Quindi il problema rimane ed è evidente.
Com'è possibile trovare un qualsiasi re, di nord o di sud, nel momento in cui non esiste non Israele come punto di riferimento geografico ma come oggetto di contesa?
Non è forse anche questo da ricollegarsi a quella convinzione pregressa, cioè che Israele abbia smesso di avere importanza nel proposito di Dio?
Se volessimo essere coerenti con il passaggio da Israele fisica ad Israele spirituale dovremmo identificare questi re almeno in riferimento ai cristiani ma come potremmo distinguerli, oggi, dal momento che essi dovrebbero trovarsi in ogni parte del globo?
Se il punto di riferimento è "dappertutto" non esiste più nord né sud e non esiste più alcun punto di riferimento.
Quindi proviamo a rimettere in discussione quello che ci è stato insegnato alla luce della conoscenza attuale e vediamo se la nostra ipotesi trova il conforto o la resistenza delle Scritture.

La statua del sogno di Nabucodonosor e il “quinto” corno

Torniamo a parlare della famosa statua del sogno di Nabucodonosor descritta nel secondo capitolo di Daniele.
Ovviamente non staremo più a fare disquisizioni se l'ultimo re, i piedi, possa essere o meno un re del sud perché ormai abbiamo capito che non è né scritturale né logico.
Sarà utile, però, fare un passo indietro e contare semplicemente gli imperi.
Le gambe di ferro, soggetto che sappiamo ormai non essere l’impero romano, non possono essere divise dai piedi di ferro e argilla - confronta Daniele 2:40-43
Possiamo disquisire sul fatto che ogni singolo impero, fino alla sua definitiva caduta come dominante, possa avere uno o più imperatori.
La stessa antica Babilonia qui descritta iniziò con Nabucodonosor ma si protrasse, almeno per un po’ di tempo, fino a Baldassarre (Daniele capitolo 5) pur rimanendo la testa d’oro finché non fu sostituito dall’impero dominante successivo, la Media-Persia.
Allo stesso modo possiamo vedere che Roma, durante il periodo di dominazione su Israele, ebbe più imperatori eppure rimase simboleggiata da un'inica parte della statua (che è il ventre di rame e che rappresenta l'impero greco-romano).
Di fatto la statua indica vari imperi differenti i quali sono stati appunto Babilonia, Media-Persia, e Grecia-Roma.
Prendendo atto di questo fatto scritturale… non notiamo che c’è già qualcosa che non torna con quello che ci è stato insegnato?
Se i vari re del nord si sono susseguiti a prescindere da Israele, da quale parte della statua sarebbero identificati l’impero carolingio, l’impero tedesco e il Terzo Reich?
Anche volendo unire l’impero tedesco con il Terzo Reich a motivo della condivisione territoriale, non manca come minimo lo spazio per uno o due imperi?
Infatti come abbiamo visto, a prescindere da chi sia l’ultimo impero descritto nella statua, è evidente che esso dev’essere in vita ancora oggi dal momento che il Regno di Dio non è ancora intervenuto negli affari umani ponendo loro fine – Daniele 2:44, 45
Non sembra questo in armonia con la tesi della scomparsa di Israele?
Israele, infatti, scompare proprio sotto l’impero Romano come conseguenza della distruzione di Gerusalemme – confronta Daniele 11:15-17; Luca 21:20-22
Chiediamoci anche perché, proprio su quegli imperi su cui si sprecano le interpretazioni discordanti di svariate confessioni religiose, proprio dalla statua di Nabucodonosor non abbiamo nulla.
Daniele ebbe l’intendimento di diversi imperi che si sarebbero susseguiti anche molti anni dopo la caduta di Babilonia e ammesso e non concesso che si potesse disquisire sull’identità di questi, di certo nessuno si è mai messo a disquisire sulla quantità -Daniele 7:17
Infatti la storia conferma l’esatta successione degli imperi da egli descritti.
Come mai solo noi del XX e XXI secolo stiamo disquisendo che, dopo le gambe di ferro ce ne siano in realtà altri due, tre o quattro?



Quanti imperi contiamo nella statua del sogno di Nabucodonosor? Quanti ce ne sarebbero stati? - Daniele 2:40-43; Daniele 7:17

Proviamo anche a riflettere su un’altra parte del libro di Daniele, ovvero il capitolo 8.
Ai versetti da 8 a 12 si legge “Il capro si esaltò moltissimo, ma appena fu diventato potente, il grande corno si ruppe; al suo posto spuntarono quattro corna notevoli, verso i quattro venti dei cieli. Da uno di essi spuntò un altro corno, piccolo, che crebbe moltissimo verso sud, verso est e verso il Paese Splendido. Crebbe così tanto da raggiungere l’esercito dei cieli, e fece cadere a terra parte dell’esercito e parte delle stelle, e le calpestò. Sfidò perfino il Principe dell’esercito, e a Lui fu tolto il sacrificio continuo, e il luogo stabilito del Suo santuario fu abbattuto. A motivo della trasgressione un esercito fu ceduto insieme al sacrificio continuo; e il corno continuò a gettare a terra la verità, agì ed ebbe successo".
Riflettiamo un attimo su quello che sappiamo.
Intanto dobbiamo dire che questo è uno dei capitoli più "controversi" di Daniele a cui sono state date svariate interpretazioni.
Per alcuni, dal momento che il "quinto corno" (cioè l'ultimo, quello che spunta da uno dei quattro) si vede sulla testa del capro, dev'essere un generale dell'esercito greco.
Infatti l'obiezione più comune ha a che fare con il tempo di riferimento.
Non sembra in effetti un po’ strano che la profezia faccia un balzo di migliaia di anni?
Noi sappiamo che il grande corno sulla testa del capro è Alessandro Magno e le quattro corna che spuntano alla sua morte sono i suoi quattro generali che di fatto dividono quell'immenso impero.
Uno di questi corni si rivelerà essere l'impero romano e su questo c'è ben poco da discutere perché è la storia a confermarlo ma da questo punto in poi non si fa menzione di nessun altro impero intermedio perché di quest'ultimo corno si dice che "Crebbe così tanto da raggiungere l’esercito dei cieli, e fece cadere a terra parte dell’esercito e parte delle stelle, e le calpestò. Sfidò perfino il Principe dell’esercito, e a Lui fu tolto il sacrificio continuo, e il luogo stabilito del Suo santuario fu abbattuto".
Da questi versetti non solo vediamo che non c'è alcun altro impero tra il quarto corno e il quinto, ma che è sempre il paese dell'Adornamento ad essere il filo conduttore.
Quindi qual è l'unica risposta logica all'obiezione "Per quale motivo la profezia ha fatto un salto salto di quasi 2.000 anni"?
Perché per quasi 2.000 anni non c'è più stato l'oggetto della contesa che ha intitolato i re antagonisti come re del nord e re del sud. Ovvero Israele.

Implicazioni per noi

Questo scenario ci porta a delle conclusioni davvero significative.
Intanto scardina definitivamente l’ipotesi che “il quinto corno” del capitolo 8 di Daniele possa essere Antioco IV Epifane e quindi l’ipotesi sul periodo di riferimento ma aggiunge un altro motivo (se mai ce ne fosse stato bisogno) per cui il "tempo della fine" non può essere iniziato nel 1914.
Se, infatti, l'ultimo impero doveva rivelarsi solo alla comparsa di Israele, nessuna data antecedente al 1948 può essere considerata valida.
Può essere una data posteriore, ovviamente, ma non precedente.
Questo ci aiuta anche a comprendere che quando il Signore parlò di “guerre e notizie di guerre”, nonché degli altri aspetti del segno, il punto di riferimento sarebbe stato Israele sia nel primo secolo che nel tempo della fine – Matteo 24:3-29
Anche il libro biblico di Rivelazione, il quale menziona profezie a venire, elenca gli stessi avvenimenti dei vangeli e abbiamo compreso che almeno una parte delle trombe di giudizio sono dirette proprio contro questa nazione.

Ricostruzione storica

Come abbiamo ipotizzato, dunque, visto che la penultima parte della statua raffigura la potenza greco-romana, il penultimo re del nord deve essere un imperatore romano e non può essere uno qualsiasi.
Esso deve svolgere la sua ultima attività entro la distruzione di Gerusalemme o, al limite, entro la fine del primo secolo.
Infatti se non possiamo separare i vari re di nord e di sud dalla nazione di Israele, non possiamo neppure farlo dalla vera adorazione (che sappiamo scompare, come religione organizzata, alla fine del primo secolo).
L'ultimo re del nord storico deve essere colui che ha a che fare con la distruzione di Gerusalemme o, al limite, con la morte dell'ultimo apostolo.
Stiamo parlando quindi dell'imperatore Vespasiano (69-79 E.V.) o al massimo dell'imperatore Traiano (98-117)**.
La ricostruzione storica dettagliata in merito alla rivalità tra il re del nord e il re del sud sarà presa in esame in un prossimo articolo perché adesso è importante vedere se la nostra ipotesi della centralità di Israele trova il conforto della Scrittura, quindi della storia biblica.
Inoltre qual è l’avvenimento descritto in Daniele che conclude l’attività del penultimo re del nord e quale quello che dà inizio all’ultimo?
Rispondere a questa domanda è molto importante perché ci permetterebbe di comprendere a che punto ci troviamo, profeticamente parlando, e cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro.

Una delle difficoltà maggiori che potrebbero confonderci è considerare che alcune scritture abbiano, o possano avere, due adempimenti, e nella Bibbia abbiamo molti esempi di questo tipo.
Lo stesso Signore Gesù Cristo, parlando del tempo della fine, menzionò vari avvenimenti che i cristiani del primo secolo avrebbero potuto riconoscere ma che avrebbero riguardato anche avvenimenti futuri – confronta Matteo 24:14, 21, 29-31
Quindi è evidente, in particolare per quanto riguarda i versetti che vanno dal 29 al 39 del capitolo 11 di Daniele, che la difficoltà dell’intendimento riguarda anche comprendere quali versetti abbiano un secondo adempimento e quali, invece, sono circoscritti esclusivamente nel passato.
Dobbiamo fare molta attenzione a non far dire alla Scrittura quello che non dice e il pericolo esiste per cui, per il momento, cerchiamo di dimenticare che le scritture possano avere un secondo adempimento cercando una ricostruzione cronologica coerente.
Possiamo intanto isolare un passaggio chiave nel capitolo 11 di Daniele che è il versetto 31 ovvero la “cosa ripugnante che causa devastazione” (v. 31) avvenimento citato da Gesù stesso in riferimento agli eserciti romani che distrussero Gerusalemme e il suo tempio – confronta Matteo 24:15, 16
In teoria se avessimo la certezza che “il Condottiero del patto” fosse Cristo Gesù, potremmo asserire che i versetti che vanno dal 22 fino al 31 coprono un periodo di tempo ben specifico ovvero quello che va dal 33 al 70 E.V.
Questo, esattamente come fa il libro “Prestate attenzione alle profezie di Daniele!” ci porterebbe a stabilire che l’imperatore di riferimento durante la morte del Signore è Tiberio Cesare.
Tuttavia dobbiamo citare, per correttezza, come viene tradotto questo versetto nelle altre traduzioni bibliche.
La “Riveduta” traduce semplicemente “un capo dell’alleanza”, la traduzione CEI, Gerusalemme, Nuova Diodati, e Luzzi traducono “il capo dell’alleanza” e così fanno molte altre.
Soltanto la Diodati e la Nuova Riveduta traducono “capo del patto” e “principe del patto”.
Qualunque sia la maniera più corretta di tradurlo, se leggiamo attentamente il versetto e il suo contesto si comprende che questa persona (chiunque sia) viene infranta in guerra e onestamente non possiamo dire che il Nostro Signore venne ucciso a motivo di una guerra o guerriglia da lui fomentata.
In questa trattazione non staremo a disquisire sulla possibile identità di questo personaggio per non uscire troppo dal tema*** ma per quanto ne sappiamo, almeno per il momento, le ipotesi a sostegno che “il Condottiero del patto” sia il Nostro Signore Gesù Cristo semplicemente non reggono davanti all’evidenza.
Anche se è indiscutibile che il versetto 31 si riferisca alla distruzione del Tempio in quanto citato dalla Fonte più autorevole di tutte, non possiamo asserire lo stesso per il versetto 22 il quale, al contrario, potrebbe menzionare avvenimenti accaduti anche molti anni prima.
Se la parte successiva è anch’essa in ordine cronologico com’è scontato pensare, diventa immediatamente chiaro il significato in quanto ci dice che egli (cioè il re del nord) “porterà all’apostasia quelli che agiscono malvagiamente contro il patto” e questo è un riferimento all’apostasia di cui avvertì Paolo – Atti 20:29, 30; 2 Tessalonicesi 2:7
Se infatti questa illegalità era già all’opera nel primo secolo, questa profezia non esce necessariamente dal quel periodo e la scrittura sta semplicemente specificando che in futuro questi l’avrebbero fatta da padrone.
L’apostasia è completamente formata ed evidente entro la fine del primo secolo quando il “cristianesimo” diventa religione di stato (quindi è stata Roma a condurli all’apostasia esattamente come dice la scrittura) ma essa non comparve certo dal nulla.
Come avvertì Paolo, tutto era già in fermentazione nel primo secolo.
Comunque i cristiani fedeli, cioè quelli che conoscevano davvero il loro Dio (confronta Giovanni 15:20, 21) “agirono con efficacia” rimanendo fedeli fino alla morte e durante la loro opera di predicazione “impartirono intendimento a molti” - Daniele 11:32, 33; Atti 16:5
Tutte le ricostruzioni storiche che escono dallo stato di Israele o dai primi cristiani non hanno il supporto della Scrittura, al contrario la Scrittura dice chiaramente che l’apostasia non avrebbe avuto più alcun freno con la morte dell’ultimo apostolo; Daniele non sta facendo altro che rimarcare questa profezia confermando quanto detto dall’apostolo Paolo.
Non solo.
Questa conclusione rafforza ulteriormente quanto abbiamo già visto nell’articolo dedicato al ripristino della vera adorazione.
La vera adorazione scompare con gli apostoli (gli unici che avevano intendimento) e da quel momento in poi nessuna organizzazione religiosa sulla terra ha potuto più definirsi “organizzazione di Dio” ma essa ripartirà da quelli che hanno intendimento esattamente come nel primo secolo.
Sappiamo infatti che i 144.000, o una parte d’essi, saranno coloro che ripristineranno la vera adorazione.
Anche se non possiamo escludere che singoli cristiani di altre nazioni e confessioni abbiano avuto, nell’arco della storia, una certa perspicacia (come la storia dimostrerebbe) è comunque da Israele che deve ripartire la vera adorazione.
In Rivelazione, alla fine della loro predicazione vediamo “spuntare” la donna, ovvero l’organizzazione di Dio sulla terra, ben riconoscibile e purificata.
Ed ecco che il “cambio di re” potrebbe trovarsi proprio tra il versetto 35 e il versetto 36 in quanto, avendo precedentemente menzionato la persecuzione fino al tempo della fine, solo da questo momento in poi si stia parlando di avvenimenti relativi a quel tempo.
I versetti che vanno dal 36 al 39 infatti recitano “Il re farà quello che vorrà, si esalterà e si magnificherà al di sopra di ogni dio; pronuncerà cose sorprendenti contro l’Iddio degli dèi. E avrà successo finché l’ira non avrà raggiunto il limite, perché quello che è stato deciso deve compiersi. Non avrà riguardo per l’Iddio dei suoi padri, né per il desiderio delle donne né per alcun altro dio, ma si magnificherà al di sopra di tutti. Piuttosto darà gloria al dio delle fortezze; con oro, argento, pietre preziose e oggetti di valore darà gloria a un dio che i suoi padri non avevano conosciuto. Agirà contro i bastioni più fortificati, insieme a un dio straniero. Conferirà grande gloria a quelli che lo riconosceranno e li farà governare fra molti; e ripartirà il suolo dietro compenso”.
Non è necessario, dunque, cercare innumerevoli re del nord o del sud per tutto l’arco della storia umana perché se non ci facciamo guidare dai nostri preconcetti, la Scrittura è chiara.
Avendo quindi escluso quelle ricostruzioni storiche forzate che includono Carlo Magno, Guglielmo I o Hitler, vediamo quanto questa descrizione rimarca le parole del Signore, dell’apostolo Paolo e del libro Rivelazione – confronta Daniele 7:11; Matteo 24:24; 2 Tessalonicesi 2:3-12; Rivelazione 13:11-14
Il tempo della fine, in riferimento al rapporto con i veri cristiani e il tentativo di Satana di sviarli, è evidente in questi versetti.
E così siamo passati direttamente dal penultimo re del nord (nel primo secolo) al “tempo della fine”.
Sarà sempre il re del nord, esattamente come accadde in passato, a sviare i falsi cristiani e questa volta sarà completamente manifesto attraverso il falso profeta – Rivelazione 13:11-14
I 144.000 avranno l’incarico di ripristinare la vera adorazione ed a loro si uniranno un numero imprecisato di persone che proseguiranno la predicazione – confronta Rivelazione 12:17
Saranno proprio questi “cristiani delle nazioni” a ricevere la persecuzione nell’ultimo periodo del sistema satanico – confronta Rivelazione 12:17

Da quanto abbiamo visto, quindi, non è assolutamente necessario cercare i rispettivi re, di nord e di sud, in quell’arco di tempo in cui Israele non esiste.
Questo ci permette non solo di rimanere coerenti con la statua di Nabucodonosor che termina con l’impero greco-romano per poi passare all’ultimo impero dominante nonché con il “quinto” corno del capro, ma anche di comprendere meglio il significato di alcune scritture.
Il popolo di Dio, nonostante la persecuzione, avrà un risveglio e sarà impegnato, negli ultimi giorni, ad impartire intendimento a molti.
Lo stesso faranno coloro che accetteranno il loro messaggio.
Questo riconferma e quindi rafforza quello che abbiamo visto in merito alla vera adorazione.
Comprendendo a che punto ci troviamo nell’adempimento della profezia, attendiamo dunque con ansia l’avvenimento successivo (l’ultima guerra tra il re del nord e il re del sud) perché, anche se è un’aspettativa tutt’altro che allegra, a quel punto sapremo che il Nostro Signore è davvero alle porte e quello sarà anche il momento di “levare in alto la testa” - Marco 13:29, 30



* Gli articoli menzionati si trovano ai seguenti link

** Questo significa che da Aureliano in poi (menzionato nel libro "Prestate attenzione alle profezie di Daniele!" a partire dalla pagina 240) tutte le ricostruzioni sono errate perché assolutamente arbitrarie.
Tra l’imperatore Vespasiano e Traiano ci sono ancora gli imperatori Tito Flavio Vespasiano (79-81), Tito Flavio Domiziano (81-96) e Marco Cocello Nerva (96-98).

*** Molti esegeti e commentatori ritengono che sia un riferimento a ciò che accadde nel periodo di Antioco IV Epifane (il quale, secondo loro, dovrebbe essere anche il quinto corno del capro) e Giuda Maccabeo.
Come spiegato in un articolo precedente, per quanto riguarda il capitolo 8 di Daniele, le Scritture semplicemente non corroborano e anzi demoliscono questa ipotesi.
Infatti non è possibile identificare Giuda Maccabeo come il “Principe dell’esercito” a cui vengono tolti i sacrifici continui e per altri particolari importanti.
A questo riguardo si veda l’articolo intitolato “Quattro Armaghedon o uno soltanto?” nel seguente link http://attenzioneallaprofezia.blogspot.it/2017/09/quattro-armaghedon-o-uno-soltanto.html
Comunque un errore comune è stato quello di fare un parallelo tra questi versetti del capitolo 8 e quelli del capitolo 11.
Mentre nel capitolo 8 si parla del “Principe dell’esercito dei cieli” a cui, tra l’altro, si fanno sacrifici continui e si dice, inoltre, che l’avversario “raggiunge i cieli” e toglie il sacrificio al “Suo santuario” (suo, del Principe dell’esercito) nel capitolo 11 si parla semplicemente di un generico “capo dell’alleanza” e il contesto parla di schermaglie militari.
E’ evidente che i due soggetti non possono essere paragonati.

Articolo scritto originariamente in data 31/03/2018

Commenti

  1. È un articolo molto profondo che sconvolge le nostre attuali convinzioni riguardo a questo soggetto.
    Comunque, il salto di tempo tra l'impero romano e l'ultimo re o piccolo corno, potrebbe spiegarsi bene se teniamo conto dell'apostasia predetta, cioè, il cristianesimo puro, scompare al tempo di Roma e ricompare al tempo della fine. Non c'è bisogno di tirare in ballo un ristabilimento, abusivo o meno, d' Israele sul suolo di Palestina.

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    Risposte
    1. Indubbiamente le due cose sono strettamente legate.
      Comunque i rispettivi re esistono solo in virtù di Israele e non propriamente con l'apostasia.
      Nel passato Israele si sviò molte volte e la vera adorazione venne calpestata ripetutamente, ma questo non influì minimamente sull'esistenza dei due re. Al contrario, Geova si servì proprio del re del nord per punire il Suo popolo apostata e ribelle.

      Elimina
  2. Caro Israeli apprezzo la profondità dei tuoi post, certamente il desiderio di penetrare lo sguardo nelle cose profonde ci accomuna.

    La lettura dei tuoi post richiedono una notevole concentrazione, occorrerebbe magari una sintesi finale sui vari argomenti trattati.

    Se ho capito bene il tuo pensiero, correggimi se sbaglio,

    ▪L'identità del re del nord/sud potrà essere identificata solo quando ci sarà una guerra che coinvolgerà l'attuale territorio di Israele.

    ▪questo corrisponde ai piedi di ferro e argilla della statua di Daniele, passando quindi direttamente da Roma alla potenza che attaccherà Israele, e poi sarà distrutta dal Regno di Dio.

    • che la vera adorazione sarà ripristinata ad opera di una parte dei 144.000, e avverrà nel futuro quando gli eventi mondiali renderanno evidinte l'adempimento delle profezie di Daniele, di Gesù in Matteo 24 e Rivelazione.

    • il ripristino o risveglio della pura adorazione porterà a impartire ulteriore intendimento ad altri con la salvezza di quelli che comprenderanno.

    • nel 1914 non accadde nulla, gli avvenimenti descritti sono ancora futuri. Noi attuali cristiani amanti di Dio e della sua Parola faremo parte del ripristino della pura adorazione futura.

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    Risposte
    1. Solo un appunto da tener presente. Al tempo in cui scrissi l'articolo "Chi è il piccolo corno che si fece grandissimo" non avevo ancora raggiunto questo intendimento per cui parte dal principio (errato) dei precedenti re. Ho fatto un appunto alla fine e a breve lo riscriverò completamente. A parte questo errore, il principio per riconoscere l'ultimo re del nord riportato in quell'articolo rimane valido.

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  3. A rigor di termini, da quello che si comprende confrontando Daniele, l'identificazione dei due re ha a che fare con l'esistenza di Israele ed eventualmente le mire di questi re su quel territorio non propriamente con il suo attacco. Uno dei due re attualmente la protegge, non l'attacca e non l'attaccherà, ma è comunque il re del sud. Noi sappiamo già che il re del nord è la Russia e questo a prescindere dalla guerra che non è ancora iniziata. A questo riguardo puoi andare a vedere l'articolo intitolato "Chi è il piccolo corno che si fece grandissimo?" Ovviamente non esiste né re del sud né re del nord senza Israele e quindi ogni identificazione precedente alla sua esistenza (a cui credetti anch'io, all'inizio) è errata.
    I 144.000 - o una parte d'essi - inizieranno a predicare ripristinando la vera adorazione verso la fine della guerra.
    Esatto. Coloro che presteranno ascolto a questa predicazione, si uniranno nella più grande opera di predicazione fino alla fine del sistema di cose.
    Se non l'ahi ancora fatto, ti suggerisco di leggere l'articolo intitolato "Svelato un sacro segreto: il ripristino della vera adorazione"

    RispondiElimina
  4. Come è incoraggiante rivedere i commenti di fratelli e amici che non si sentivano ormai da mesi e che hanno dato un valido contributo a questo blog. Saluti a tutti voi, che Dio vi benedica. Alcuni di noi, no possono più associarsi alla fratellanza per ovvi motivi, e sentirvi è come un sorso d'acqua in una terra arida. Continuate a commentare. Vorrei dire, a Samgar e ad altri che si chiedono cosa fare in attesa della predicazione degli eletti, di continuare a predicare queste meravigliose verità, si sono aperti nuovi campi, non possiamo predicare a tutti i fratelli apertamente, continuiamo ad interessarci di loro, se ve lo permettono, ad un inattivo come me, viene chiesto spesso il perché del mio allontanamento, per loro è molto insolito che un inattivo si interessi di loro, telefonando, scrivendo o andando di persona a trovarli. Valutate il terreno, siate cauti, con molti sarà meglio non dare spiegazioni, ma altri pensano che vi sia stata fatta un ingiustizia all'interno della Sua organizzazione. Dite che aspettate l'adempiersi delle profezie, e la venuta della guerra e poi del Regno! Vittorio65

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